un racconto a due voci
di Michela Caccavale e Samuela Staccioli
un racconto a due voci
di Michela Caccavale e Samuela Staccioli
Il sogno inizia 10 anni fa, quando ci siamo conosciute nel corso di un seminario di Terapie espressive a Bologna. Da quel giorno abbiamo cominciato a frequentarci, continuato ad avvicinarci; nelle nostre chiacchierate condividevamo quanto fosse difficile far conoscere la nostra futura professione nella zona in cui vivevamo, sarebbe stato bello a questo scopo organizzare qualcosa di importante … magari una Giornata di Studi.
Ridevamo, continuando ad aggiungere particolari al sogno …."per esempio lo potremmo fare al Castello Pasquini, immagini che bello?… poi potremmo dividere una parte della Giornata in relazioni e l’altra in workshop esperienziali … e dovrà esserci un coffee break... e poi dovremmo pensare a tutta la parte grafica per la promozione!!” … ma dovevamo ancora diplomarci ad Art Therapy perciò lo avevamo messo in un cassetto, giusto il tempo di crescere ancora un po’, non solo professionalmente, e discutere la tesi ….
Arriviamo così al 29 agosto 2013, giorno in cui, in occasione di un flashmob organizzato dalla Commissione Pari Opportunità per testimoniare l’impegno contro la Violenza alle Donne, abbiamo incontrato e conosciuto insieme a Serena Rinaldi, amica e collega musicoterapeuta, complice di questo sogno e anima creatrice e sostenitrice dell’avventura che stavamo per iniziare, la Presidente allora in carica del Consiglio Comunale responsabile dell’iniziativa e le abbiamo, senza pensarci troppo, chiesto un appuntamento per raccontarle il nostro sogno.
Da quel primo istante è stato un sì incondizionato, aperto e disponibile a realizzarlo fornendoci la collaborazione e il sostegno del Comune per quanto riguarda l’erogazione di un contributo simbolico all’iniziativa, ma soprattutto una guida per realizzare una rete di rapporti utili alla sua realizzazione e infine per la logistica mettendoci a disposizione lo spazio che desideravamo come cornice dell’evento, il Castello Pasquini.
Abbiamo presentato come progetto una Giornata di Studi sulle Artiterapie aperta a tutti, l’occasione per introdurre e far conoscere le nostre discipline (Arte terapia Danza movimento terapia e Musicoterapia) nel territorio sia a livello amministrativo/istituzionale che cittadino.
Il titolo della Giornata “Le Stanze del Sé- Gesto Suono e Segno nel processo creativo” trae ispirazione dal saggio di Virginia Woolf “Una stanza tutta per sé” (1928) in cui la stanza viene vista come luogo denso di significato metaforico oltre che fisico, un ambiente intimo, sinonimo di libertà, di riflessione e indipendenza, un luogo e una condizione personale che ogni essere umano dovrebbe avere la possibilità di sperimentare e raggiungere: punto di arrivo di un percorso fisico e mentale e via d’accesso a quello che sarà un successivo raggiungimento di una libertà intellettuale e riflessiva e di una maturazione personale.
Tale lettura ci è sembrata la giusta metafora per la stanza delle Artiterapie, il luogo in cui creare, muoversi ed esprimersi: una holding environment fisico e significativo, delimitato e sufficientemente buono all’interno del quale prenderà corpo la relazione terapeutica e il processo creativo che coinvolgerà paziente e terapeuta. La stanza delle Artiterapie viene intesa quindi come luogo del corpo e della mente, del movimento interiore verso il Sé, in cui accogliere le emozioni e le sensazioni primitive, trasformandole grazie ad una maggiore capacità di sognare, in altre parole di simbolizzare.
La Giornata di Studi si posta come obiettivo quello di accompagnarci dentro “Le Stanze del Sé” per suggerirci come sia possibile dare movimento voce e forma alle parole, alle emozioni, ai silenzi, a quella vastità che si schiude quando scegliamo di prenderci cura di noi e di rispettarci.
Molti sono stati i momenti difficili, intanto avere uno sguardo in grado di immaginare un evento per noi nuovo, fare scelte determinanti in mezzo a tante incognite, imparare a gestire al meglio le relazioni con il Comune, gli Enti, le Associazioni entrati a far parte del progetto, imparare a trattare con loro “politicamente” per ottenerne collaborazioni, patrocini, sostegno economico e non, senza essere però fagocitate e salvando la natura e l’integrità del nostro progetto affinché restasse nostro.… poi la fatica di stare nei tempi, accelerarli con gli uffici, diventare esigenti, a volte insistenti …. muoversi in anticipo per poi arrivare comunque con i tempi corti!
Ma per fortuna abbiamo scoperto di avere anche dei punti forza: non arrendersi mai, essere in tre è stato fondamentale, sostenerci a vicenda, organizzare cene, momenti di scambio e condivisione, aprirsi al confronto, chiedere consigli, porsi tante domande, tenere saldi i principi, gli obiettivi restando fedeli a noi stesse, richiedere il sostegno morale ai nostri compagni, alla fine talmente dentro al progetto da essere naturale la loro partecipazione concreta alla Giornata regalandoci la loro passione, presenza ironia e praticità.
Fondamentale infine è stato riconoscere i nostri punti di forza, personali di ciascuna di noi, e i nostri limiti, così abbiamo contato sulla nostra accoglienza, gentilezza, precisione, puntualità, correttezza, affidabilità, leggerezza, entusiasmo, coraggio, incoscienza, determinazione, prontezza, concretezza, sguardo estetico ed artistico, morbidezza, fiducia, senso di responsabilità…
Così siamo arrivate al 15 marzo, la Giornata è passata ed è arrivato ciò che non ci aspettavamo, un sano e legittimo senso di vuoto e malinconia che ci hanno fatto compagnia per qualche tempo, ma che si sono rivelati importanti occasioni di riflessione e crescita facendo nascere in noi un nuovo importante progetto: la Nostra Associazione … e il viaggio continua …..
Articolo apparso in – InPrimaPagina – numero1/2014- Le stanze del Sé-© 2014 - A.T.I. Associazione Art Therapy Italiana®
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